Ieri sono uscite le motivazioni del divieto di trasferta ai tifosi laziali a Pisa.
Dal provvedimento, firmato del prefetto di Pisa, emergono “altissimi profili di rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica” “per l’accesa rivalità, anche di natura politica, tra le due tifoserie”.
La domanda da porsi è, ma che tra pisani e laziali c’è un “accesa rivalità, anche di natura politica” lo hanno scoperto martedì mattina?
É arcinoto a chiunque che tifoserie (o almeno parta di esse) come quelle del Verona e dalla Lazio hanno orientamenti politici opposti a quelli della tifoseria più calda pisana, allora i provvedimenti andrebbe fatti subito e non aspettare 48 ore dalla partita.
Dal documento, poi, emerge una chiara difficoltà da parte delle istituzioni pisane a gestire l’ordine pubblico in occasioni di partite così delicate, poichè si dice che i tifosi laziali si sarebbero organizzati, in 250-300, per venire a Pisa “a bordo di auto e minivan, senza pullman ufficiali, per eludere i controlli preventivi predisposti dalla Questura“.
Io qualche trasferta nella mia vita l’ho fatta, sono sempre andato con mezzi propri e nessuno mi ha mai fermato all’uscita dell’autostrada o nelle vie prospicienti allo stadio dove erano stati predisposti i parcheggi per gli ospiti.
La libera circolazione delle persone è un diritto costituzionale, se da Roma vogliono venire a Pisa nessuno glielo impedire, partita o non partita, le istituzioni dovrebbero essere in grado di organizzare un servizio d’ordine nei luoghi sensibili a prescindere.
Vogliono ricordare quello che è successo nei pressi del bar Livorno con i tifosi del Brescia? Anche loro erano in minivan, e lontani dalla stadio.
Il decreto poi prosegue con un riferimento anche ai nostri tifosi prospettando che “i gruppi organizzati pisani si starebbero preparando a presidiare, già dalle prime ore del mattino, le zone abitualmente frequentate, pronti a fronteggiare gli ultras laziali”.
Si aggiunge, poi, che eventuali tentativi di avvicinamento “scatenerebbero senz’altro una pronta, compatta e risoluta reazione degli ultras laziali”
Scusate, ma questa non l’ho capita.
I tifosi pisani, giustamente, difendono i loro luoghi di aggregazione, i laziali di avvicinano, evidentemente per cercare lo scontro, e la “pronta, compatta e risoluta reazione” dovrebbero avercela i laziali? Mi pare un pò confusa come ricostruzione.
La sensazione è che si voglia evitare qualsivoglia problema di gestione, forse ammettendo anche qualche limite, e la soluzione più semplice è quella di evitare che i tifosi ospiti arrivino proprio a Pisa, tagliano così la testa al toro.
La restrizione della tessera del tifoso per i tifosi della Cremonese, ospiti di Pisa venerdì prossimo 7 novembre, è un’altra assurdità che ribadisce ulteriormente una confusione assoluta.
Il messaggio che pare trasparire, da parte di tutte le istituzioni, è che Pisa e il Pisa in serie A è scomodo.







